Abitare la realtà con lo sguardo
La citazione è tratta dal saggio illuminante di Alessandra Mauro, nel catalogo della mostra Canova. Eterna bellezza, dedicato alle fotografie di Mimmo Jodice.
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Due delle sale espositive sono infatti dedicate al lavoro svolto dal grande fotografo che cominciò nel 1992 a “scrutare” i marmi canoviani con il suo obiettivo, sviluppando sempre più una sensibilità assoluta in termini di restituzione volumetrica ed espressività delle forme scultoree. Perché fotografare una statua è certamente cosa assai diversa dal fotografare un quadro: ciò che va messo in evidenza è il volume e in questo senso è fondamentale lo studio delle luci e delle ombre.
Entrando nelle Sale della mostra tappezzate di fotografie di Jodice, i marmi di Canova sembrano muoversi, volgendo lo sguardo al nostro passare, come se venissero incontro al nostro desiderio di toccare quelle superfici. La luce scivola sulle curve morbide e si incunea nelle pieghe delle vesti scolpite, scavando ombre profonde in cui la memoria riaffiora e il passato si fa presente.
Attraverso il procedimento fotografico Jodice restituisce le statue di Canova al presente e mette il visitatore al centro dell’esperienza sensoriale, lo fa protagonista di un “presente assoluto” che azzera le distanze temporali e supera i ‘dislivelli’ culturali.
Un’operazione di grande mediazione, a conclusione del percorso espositivo, in grado di attualizzare l’artista neoclassico, avvicinandolo al pubblico dei ‘non addetti ai lavori’ senza per questo tradire le aspettative degli ‘esperti’.